Tennis On Court » Blog » Sinner e il caso doping

Sinner e il caso doping

Alle ore 15:00 di martedì 20 agosto, il giorno dopo la vittoria del torneo di Cincinnati, la International Tennis Integrity Agency (ITIA), l’organismo che salvaguarda l’integrità del tennis professionistico nel mondo, ha pubblicato la sentenza di un tribunale sportivo indipendente, nella quale Jannik Sinner, dopo essere stato trovato positivo a due controlli antidoping durante il torneo di marzo a Indian Wells, veniva considerato non colpevole.

La notizia, fino a martedì scorso tenuta nascosta, ha sconvolto il mondo del tennis e non solo e ne è nato un vero e proprio caso mediatico.

Durante il torneo di Indian Wells a marzo, Jannik Sinner viene trovato positivo a due controlli antidoping, il primo il 10 marzo e il secondo dopo 8 giorni, il 18. La sostanza che viene trovata nei due controlli è il Clostebol, uno steroide anabolizzante presente in alcuni farmaci.
La quantità di sostanza rintracciata è di 86 picogrammi (un picogrammo è un milionesimo di milionesimo di grammo) per millilitro nel controllo del 10 marzo e di 76 pg/ml nel controllo del 18 marzo.

Il 4 aprile viene notificata a Sinner la positività del primo test e la conseguente sospensione da parte dell’ITIA dall’attività tennistica. Sinner fa ricorso d’urgenza e la sospensione viene annullata, considerando la possibilità che Jannik fosse stato contaminato, data la microscopica dose rintracciata. La storia si ripete il giorno 17 aprile.

L’ITIA a questo punto interroga Sinner e il suo team.

La versione fornita da Sinner, che poi sarà considerata credibile dal tribunale e gli garantirà l’assoluzione, è che è stato contaminato attraverso un massaggio effettuato da Giacomo Naldi, il suo fisioterapista, che procuratosi un taglio al dito aveva utilizzato il Trofodermin, un medicinale spray per curare lesioni della pelle contenente il clostebol, datogli da Umberto Ferrara, il suo preparatore atletico.

Per conoscere tutti i dettagli, consiglio di ascoltare quanto detto da Darren Cahill a ESPN.

Il tribunale sportivo indipendente ha chiesto il parere a tre esperti di antidoping: Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan. Due di essi non sapevano che si trattasse del numero 1 al mondo. Gli stessi esperti hanno confermato che la bassissima concentrazione riscontrata nei test era compatibile con una contaminazione involontaria e che il dosaggio non avrebbe avuto alcun effetto rilevante sulle prestazioni del giocatore. De la Torre ha effettuato, per avvalorare la tesi, degli specifici test nel suo laboratorio.

Dopo varie udienze, il 15 agosto è stata comunicata a Sinner l’assoluzione, qui il testo della sentenza, motivata dal fatto che non c’è stata “alcuna colpa o negligenza” da parte sua. In poche parole non sapeva, non poteva sapere e soprattutto non sospettava.

Considerata tuttavia la positività, a Sinner sono stati tolti i 400 punti e il montepremi conquistati a Indian Wells.

La notizia è stato un fulmine a ciel sereno e ne è nato subito un clamoroso caso mediatico.

Gli attacchi da parte di qualche collega sono arrivati puntuali.

Kyrgios ha subito twittato scrivendo “Ridiculous – whether it was accidental or planned. You get tested twice with a banned (steroid) substance… you should be gone for 2 years. Your performance was enhanced. Massage cream…. Yeah nice” senza considerare la quantità riscontrata e la sostanza trovata e soprattutto senza dar peso alla sentenza. Un’uscita infelice proprio da lui che nel 2021 si è dichiarato colpevole di aver spinto a terra l’ex fidanzata ma venne assolto in quanto fu considerato un “atto singolo di stupidità e frustrazione”.

Shapovalov, sempre su X, ha scritto che vengono utilizzate regole diverse per giocatori diversi e qui nasce il primo spunto.

È vero che i tennisti, a seconda della loro importanza, vengono trattati in maniera diversa?
No e lo dimostrano i fatti.

Marco Bortolotti, un tennista italiano ai più sconosciuto, best ranking in singolare 355, ha vissuto la stessa situazione di Sinner lo scorso anno e l’epilogo è stato il medesimo. Intervenuto in merito alla vicenda, ha detto che “doparsi con il clostebol è da imbecilli” visti gli effetti non impattanti sulle prestazioni. In quel caso la vicenda passò in sordina non trattandosi di un top player.

Tra le varie vicende venute fuori in questi giorni, in molti hanno citato la vicenda Mikael Ymer, che nel 2022 è stato squalificato per 18 mesi per aver saltato tre controlli antidoping, senza mai risultare positivo. È facile però capire che i casi sono differenti e che non può essere un incidente l’assenza a tre controlli differenti.

Non sono mancate, tuttavia, le dimostrazioni di affetto e vicinanza di molti addetti ai lavori.

In primis il presidente della FITP, Angelo Binaghi, ha detto che Sinner tornerà più forte di prima e che le critiche sono arrivate da tennisti cretini e frustrati.

Wilander è convinto che Sinner sia stato vittima di un incidente e ancora Roddick, nel suo podcast, ha detto la sua prendendo le difese dell’italiano e dicendo che nella sua carriera non aveva mai ricevuto un massaggio da fisioterapista con i guanti, cosa che probabilmente avrebbe evitato la bufera.

È corretto che un controllo possa rilevare una quantità così piccola di sostanza?
Sì, il fatto che i controlli siano così accurati è un bene per lo sport ed è altrettanto vero che i professionisti debbano prendere tutte le precauzioni per evitare situazioni del genere, ma non sempre è possibile, come nel caso di Sinner.

Come spiega Federico Ferrero in un video su YouTube del suo canale GonzoTennis, qui la puntata integrale, in alcuni casi una contaminazione può avvenire in contesti inimmaginabili, basti pensare che può essere sufficiente una stretta di mano.

Perché Sinner non è stato sospeso fino alla sentenza?
Sinner, come abbiamo detto, ha fatto ricorso d’urgenza, che è una possibilità che viene garantita a tutti i tennisti in quella condizione. Il ricorso ha dei costi altissimi, che non tutti i professionisti sono in grado di sostenere. Non c’è stato dunque alcun trattamento di favore per l’italiano, che risulta sospeso dalle competizioni il 4 e 5 aprile e dal 17 al 20 aprile 2024.

Sinner, provata la sua non colpevolezza, sarà regolarmente in campo agli US Open, senza Naldi e Ferrara al seguito, a dire il vero assenti ormai da diverse settimane.

Il torneo prenderà il via lunedì 26 agosto e il tabellone non gli sorride. Sulla sua strada compaiono Medvedev, come possibile avversario ai quarti di finale, Alcaraz in semifinale e Djokovic in finale. Il tutto condito da una condizione psicologica tutta da valutare, anche se la sua carriera dimostra come riesca a lasciare fuori dal campo tutti i pensieri negativi.

Per quanto riguarda il caso doping, la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping), che ha già detto che esaminerà il caso attentamente, e la NADO (Organizzazione Nazionale Antidoping) hanno tempo fino al 6 settembre, giorno della possibile semifinale contro Alcaraz, per presentare ricorso.

Non ci resta dunque che attendere e sperare che tutto si risolva per il meglio.

Condividi questo post


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *