È difficile trovare le parole giuste per raccontare ciò che abbiamo visto nella finale del Roland Garros. Due fenomeni si sono battuti sul Philippe Chatrier per 5 ore e 29 minuti, in quella che è stata la finale più lunga di sempre nel torneo parigino. A spuntarla è stato Carlos Alcaraz, che ha superato il numero 1 al mondo Jannik Sinner con il punteggio di 4-6 6-7 6-4 7-6 7-6. Per lo spagnolo si tratta del secondo successo consecutivo a Parigi.

Che sarebbe stata un’edizione memorabile lo si poteva intuire da subito.
Il torneo si è aperto con l’omaggio al più grande di sempre sulla terra battuta, regalandoci un momento di grande commozione che rimarrà per sempre. Il mondo del tennis ha celebrato Rafa Nadal nel campo che l’ha reso immortale. Sugli spalti di uno Chatrier gremitissimo, tutti i tifosi indossavano una maglia con la scritta “Merci Rafa” creando una splendida coreografia. Sul campo non potevano mancare i suoi più grandi rivali: Federer, Djokovic e Murray.
Durante la cerimonia è stata mostrata la targa celebrativa che resterà per sempre nella terra del Philippe Chatrier.
Nadal ha vinto il Roland Garros 14 volte, un record che molto difficilmente verrà superato. Nelle 116 partite disputate ha perso solo 4 volte: contro Söderling, due volte contro Djokovic, e contro Zverev nella sua ultima partita a Parigi. Insuperabile.
Tornando al tennis giocato, il torneo è stato ricco di colpi di scena fin dai primi turni. Fritz, Medvedev, De Minaur, Cerundolo, Mensik, Ruud e Tsitsipas sono stati eliminati al primo o secondo turno.
La sorpresa più grande tuttavia porta il nome di Aleksandr Bublik, raggiungendo con i quarti di finale il suo miglior risultato in un torneo dello Slam in carriera. Il kazako, che fino a qualche settimana fa non sembrava più in grado di vincere partite, ha detto di essersi ritrovato grazie a un viaggio di “tre giorni belli intensi” a Las Vegas. Nel torneo ha eliminato, tra gli altri, De Minaur, recuperando due set di svantaggio, e Draper.
Ho avuto il piacere di vedere Bublik giocare a Torino il mese scorso e sembra un altro giocatore, soprattutto dal punto di vista comportamentale. Se manterrà l’equilibrio potrà togliersi tante soddisfazioni in questa seconda parte di carriera. A livello di colpi è inferiore a pochissimi giocatori.
Venendo ai favoriti, nei quarti di finale Novak Djokovic ha dimostrato per l’ennesima volta perché è il più vincente di sempre eliminando in 4 set Zverev, finalista lo scorso anno. Nulla ha potuto nel match successivo contro Sinner, che ha così raggiunto la sua prima finale a Parigi. Il serbo a fine partita si è fermato per salutare il pubblico francese, comunicando poi in conferenza stampa che non sa se tornerà il prossimo anno. Il cammino di Sinner è stato un dominio, non ha perso alcun set e ha rifilato diversi 6-0 e 6-1 ai suoi avversari che sono stati in ordine Rinderknech, Gasquet, Lehecka, Rublev, Bublik e appunto Djokovic.
Dall’altra parte del tabellone Alcaraz ha raggiunto l’appuntamento finale eliminando Zeppieri, Maroszan, Dzumhur, Shelton, Paul e Musetti. Per l’azzurro è stata una stagione su terra di altissimo livello, è arrivato almeno in semifinale in tutti e quattro i tornei più importanti e forse questo ha pesato sulla sua tenuta fisica. In semifinale contro Alcaraz si è ritirato all’inizio del quarto set.
La finale tanto attesa è quindi finalmente servita. Sinner e Alcaraz, uno di fronte all’altro a giocarsi un titolo Slam.
La partita inizia senza fasi di studio con i due giocatori che giocano dal primo scambio a ritmi altissimi, i primi quattro game del match durano in tutto 30 minuti. Se il buongiorno si vede dal mattino.
Il primo a strappare il servizio è Alcaraz che va sopra 3-2. Nel game successivo arriva puntuale il contro break di Sinner che bissa nel decimo game e chiude il parziale dopo più di un’ora col punteggio di 6-4.
Nel secondo l’azzurro parte fortissimo e si ritrova subito sopra 3-0. Il vantaggio rimane fino al nono game dove Alcaraz, alla prima palla break del set in suo favore, rimette tutto in discussione. Si prosegue on serve e si arriva al tie-break dove Sinner è perfetto, memorabile un lungolinea di diritto che lascia immobile lo spagnolo. Jannik chiude 7-4 il tie-break in suo favore.
Alcaraz sembra ferito e il terzo set comincia ancora all’insegna di Sinner che riesce a brekkare il suo avversario nel primo game del parziale. Qui però l’azzurro accusa un evidente calo fisico e Alcaraz vince i successivi 4 game. Nel momento di chiudere però arriva il break di Sinner, che rinvigorito appare di nuovo fresco fisicamente. Il set sembra essere tornato in equilibrio ma nel game del possibile 5-5 lo spagnolo strappa il servizio a 0 e accorcia le distanze.
Nel quarto set regna l’equilibrio fino al 3 pari quando Sinner si porta in vantaggio e va sopra 5 giochi a 3. Alcaraz serve per rimanere nel match e si ritrova 0-40. 3 match point consecutivi per l’italiano. Sul 15-40 l’azzurro manda lunga una risposta di rovescio su una seconda abbordabile di Carlitos, che sugli altri punti invece è perfetto e manda Sinner a servire per chiudere. Il game che avrebbe potuto chiudere la partita, si trasforma in un altro colpo di scena. Sinner, senza l’aiuto del servizio e con qualche errore di troppo, viene brekkato. Siamo di nuovo pari. Alcaraz è ancora vivo e vive venti minuti di perfezione tennistica chiudendo 7-3 nel tie break. Si va al quinto.
Il set comincia con il break di Alcaraz e con Sinner che sembra prossimo ai crampi. Lo spagnolo si accorge e inizia a giocare le sue palle corte, sulle quali l’azzurro non prova neanche a scattare. Alcaraz annulla due palle break nel quarto game e conduce senza grossi problemi fino al 5-4. Qui arriva il sussulto di Sinner che sul 15-30 recupera una palla corta con un colpo vincente e riporta tutto in parità. Il game successivo fila liscio, Jannik è ancora in vantaggio e Alcaraz serve di nuovo per restare nel match. Sul 15-30 forse la palla dove ha più rimpianti Sinner, che commette un errore gratuito di diritto. Da questo momento Alcaraz entra in God Mode e vincendo 14 degli ultimi 17 punti, dopo 5 ore e 29 minuti, può lasciarsi cadere in trionfo sulla terra parigina.
Per Sinner una sconfitta pesantissima, considerando il vantaggio di due set e i match point non concretizzati, anche se ci sono tantissime cose da guardare con ottimismo, una su tutte il servizio, che non ha funzionato come sempre. La percentuale di prime palle in campo è stata inferiore al 55% e nonostante questo è stato a un punto dalla vittoria. Come ha più volte ribadito lo stesso Jannik, solo qualche settimana fa avrebbe firmato per fare finale a Roma e al Roland Garros. Il suo livello è nettamente più alto di tutti gli altri giocatori, ad eccezione appunto di Alcaraz che ha vinto gli ultimi 5 scontri diretti confermando di avere picchi assoluti più alti e che comunque predilige giocare sulla terra battuta, la superficie meno adatta invece al gioco di Sinner. Appuntamento tra i due a Wimbledon?
Curioso infine pensare che Sinner abbia perso i set nei quali ha tenuto meglio sulla diagonale di destra, la preferita di Alcaraz, e vinto quelli in cui sembrava più in difficoltà da quel lato di campo.
Da subito sono arrivati gli elogi dagli sportivi di tutto il mondo, Patrick Mouratoglou ha scritto su X che è stata senza dubbio la finale del Roland Garros più bella di sempre, come dargli torto. Il mondo del tennis ringrazia questi due campioni per averci regalato una delle partite più belle e intense di sempre.
Lo sport, e il tennis in particolare, è anche questo, ci deve sempre essere un vinto e un vincitore ma se ieri avessero dato metà coppa a ciascuno non si sarebbe indignato nessuno.
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